Biografia

Antonio Amenduni nasce nel 1962.
Si avvicina agli studi musicali all’età di 11 anni e si diploma a pieni voti nel 1981 presso il Conservatorio Statale di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari che in quegli anni si pregia della direzione del Maestro Nino Rota. Avendo offerto prova della sua vocazione solistica sin dai primi anni di studio, a 12 anni, si esibisce alla XLVI Fiera del Levante di Bari, dinanzi all’On.Aldo Moro. La sua musicalità e il suo virtuosismo lo portano a suonare come solista per numerosissimi concerti con gruppi di musica per fiati e complessi bandistici. Il suo percorso formativo passa attraverso le personalità principali del flautismo internazionale, docenti presso accademie italiane ed estere, che hanno fatto di lui un virtuoso di grande eleganza. Tra i più noti sulla scena si ricordano Peter Lukas Graf e Aurelè Nicolet, il quale dice di lui “...ha dato prova di ottime qualità musicali. Bel suono, abilità tecnica eccezionale, personalità e talento nell’elaborare artisticamente la forma musicale…”.

Musicista dal talento multiforme e personalità dalle spiccate doti organizzative è apprezzato in campo internazionale come flautista, docente, responsabile artistico. A 19 anni intraprende la sua attività orchestrale con l’Orchestra del “Teatro Petruzzelli” di Bari e successivamente con il “Teatro Rendano” di Cosenza ed il “Teatro Comunale" di Treviso, per il quale si aggiudica il concorso per il posto di primo flauto. A 23 anni è vincitore di una borsa di studio istituita dalla CEE per la formazione dell’Orchestra E.C.Y.O. (European Community Youth Orchestra) e l’anno successivo diviene primo flauto dell’Orchestra del "Teatro dell’Opera" di Roma. Ricoprendo questo prestigioso ruolo, Amenduni mostra presto le sue doti di professionista dalla spiccata personalità creativa: la rappresentazione di ben 10 repliche dell’opera lirica, “Lucia di Lammermoor”, di Gaetano Donizetti, durante le quali egli propone una cadenza differente per ogni recita nella famosa scena de “La pazzia” con Edita Gruberova nel ruolo di Lucia, fanno parlare di lui nei salotti e negli ambienti musicali. Nel 1994 Antonio Amenduni è finalista al Concorso presso l’orchestra dei Berliner Philharmoniker e successivamente viene invitato a collaborare presso l’International Chamber Orchestra di Roma, l’Orchestra di Radio Mosca, la London Symphonietta, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese dell’Aquila ed infine presso l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano suonando sotto la direzione di prestigiosi direttori come Zubin Metha, Mstislav Rostropovic, Giuseppe Patanè, Pierre Dervaux, Valery Gergiev.

Come solista colleziona numerose collaborazioni con realtà musicali quali le Orchestre Sinfoniche di Bari, Lecce, Taranto e L’Aquila, I Solisti Aquilani, Orchestra dell’Opera di Roma, Orchestra Sinfonica “M.Jora” di Bacau (Romania), Orchestra Sinfonica Nazionale di Kiev e Orchestra di Lviv (Ucraina), Orchestra Filarmonica e Chamber Orchestra di Brest (Bielorussia), Collegium Musicum, London Primavera Orchestra (Inghilterra), Orchestra Siglo XXI di Madrid (Spagna), Orchestra Lituana “Haifetz”, East European Philharmonic Orchestra (Russia), Mokpo Flute Ensemble e Seoul Universal Flute Orchestra (Corea del Sud), I Solisti del Teatro Regio di Parma, Moldavian National Chamber Orchestra di Kishnev (Moldavia), United European Chamber Orchestra, Orchestra Filarmonica di Gaia (Portogallo), Orchestra Arcangelo Corelli, Friuli Venezia Giulia – Mitteleuropea Orchestra, Wiener Orchestra (Austria), Orquestra Sinfonica d’Elx, Orchestra da Camera di Barcellona (Spagna), Orchestra Filarmonica Costantinescu di Ploiesti (Romania) ognuna delle quali apprezza la grande versatilità dell’esecutore e la vastità del repertorio affrontato con immancabile perizia.

Le sue qualità di solista conquistano la stima delle giurie di numerosi Concorsi Nazionali ed Internazionali tra i più importanti del panorama: vince il “Nino Rota” di Bari e il “Città di Stresa”, si impone al “Francesco Cilea” di Palmi e al “Pergolesi” di Napoli, è primo al “Città di Caltanissetta” e al “Città di Trapani”. Antonio Amenduni dimostra grande versatilità nell’espressione musicale esibendosi anche in formazioni cameristiche di dichiarato spessore artistico, da “I Solisti Dauni” e “I Fiati di Parma” al “Trio Kreutzer” (flauto, viola e chitarra) e grazie al quale sarà dedicatario del “Triplo Concerto degli oleandri” di Raffaele Gervasio, dal “Quintetto Glotin” al “Collegium Musicum”. Il duo stabile con il pianista russo Konstantin Bogino e le collaborazioni con musicisti quali il pianista Antonio Ballista, il flautista e direttore d’orchestra Patrick Gallois, l’arpista Fabrice Pierre, impreziosiscono il vissuto musicale del “camerista” Amenduni, la cui presenza è richiesta regolarmente nelle più importanti conventions flautistiche del mondo quali “Flautissimo” - Roma, “Summit del Flauto” - Perugia, “Falaut Festival” - Milano, “Flute Festival” - Sidney (Australia) e “National Flute Association” - Kansas City (USA). E’ invitato regolarmente ad esibirsi in Festival Internazionali di Musica quali il “Berlin Festwochen” e il “Dresden Musikfestspiele” (Germania), il “Toulouse Festival” (Francia), “Perugia Classico”, Festival Verdi di Parma, Festival di Martinsor (Moldavia) e presso istituzioni tra le quali la “New York University” (USA) e “Ateneo de Madrid” (Spagna). Invitato nell’ottobre 2006 ad inaugurare la stagione del nascente “Kodàly Auditorium” di Parigi, nello stesso anno si esibisce presso il DiCapo Opera Theatre di New York in occasione del “Columbus Festival 2006”. Applauditissimo al “Festival di Musica Classica” di Brest (Bielorussia) nel 2007, Amenduni ha riscosso un enorme successo, estasiando il pubblico presente, i rappresentanti istituzionali, e lo stesso Arcivescovo della Chiesa Ortodossa, secondo il quale “…vi è, nelle sue esecuzioni, qualcosa di angelico…”. Ritornato al festival nel 2008, 2009, 2010, 2013 e 2014 ha occupato le prime pagine dei giornali bielorussi per i brillanti concerti eseguiti, in duo col pianoforte e da solista con l’orchestra, ottenendo il riconoscimento di miglior artista di tutta la storia venticiquennale del festival.

Nel giugno 2008 Amenduni approda in uno dei tempi sacri della musica classica, Carnegie Hall di New York, dove si esibisce nella maestosa Sala Perelman in un recital con il pianista ucraino Vitalij Kuprij. L’America scopre questo virtuoso talento italiano e non lo lascia più andare via. Poco dopo l’esibizione di Carnegie Hall, infatti, Amenduni è invitato a suonare presso le Nazioni Unite in un concerto tutto italiano, egli si esibisce da solista con I solisti del Teatro Regio di Parma nella Conference Hall del Palazzo di Vetro. La presenza di Amenduni negli Stati Uniti diventa ormai un appuntamento fisso. Dopo essersi esibito nell’agosto dello stesso anno in un recital per l’appuntamento annuale della National Flute Association, a Kansans City, nel marzo 2009, il Circolo Culturale Italiano presso le Nazioni Unite lo invita ad esibirsi nel Dag Hammarskjold Library Auditorium, accompagnato dai Solisti Aquilani e nella Merkin Concert Hall – Lincoln Center di New York con l’Ensemble du Monde. Questi anni sono molto intensi per Amenduni che, sempre nel 2008, è invitato a suonare da solista nel Museo Enescu di Bucarest, nella Mozart Hall di Seoul, e nel marzo 2009 nella Sala cu Orga di Kishnev. Nel 2010 con l’Orchestra Sinfonica Abruzzo Musica si esibisce, sempre da solista, nella Beijing Concert Hall e nella Oriental Art Center di Shanghai. Nello stesso anno ritorna in New York a Carnegie Hall, Teatro Dal Verme di Milano con l’Orchestra Sinfonica di Mantova e a Seoul presso la Concert Hall del Seongnam Arts Center. Nel 2011 è la volta della Sala d’Oro del Musikverein di Vienna con la Wiener Mozart Orchestra. Nel 2012 a Praga nella Smetana Hall con la Moravian Philharmonic Orchestra e a Monaco nella Orff Concert Hall del Gasteig e di nuovo a Praga nel Wallenstein Palace – Senato della Repubblica Ceca con la Mala Strana Chamber Festival Orchestra. Nel 2013 Amenduni consacra la sua presenza in Germania suonando nella Grosser Konzertsaal Musikhochschule di Monaco con la Kammerphilharmonie DaCapo Orchestra e nella meravigliosa Berlin Philharmonie di Berlino con i Berliner Symphoniker Orchestra. Il repertorio del flautista spazia dalle composizioni barocche (che esegue con un flauto in ebano) a quelle classiche ("bagaglio culturale musicale - a suo avviso - indispensabile per una conoscenza approfondita degli stili") fino alle composizioni moderne e contemporanee.

Attivo come docente di Conservatorio sin dall’età di 24 anni, è oggi titolare della cattedra di Flauto presso il Conservatorio Statale di Musica-Istituto di Alta Cultura “Umberto Giordano” di Foggia e docente, nello stesso Conservatorio, del Biennio Specialistico di II livello in Discipline Musicali e presso L’Accademia Italiana del Flauto (Roma). Amenduni è inoltre invitato regolarmente a tenere Master Class presso Associazioni e Accademie Musicali italiane ed estere, toccando città come Cosenza, Barletta, Gallipoli, Bari, Lanciano, Foggia, Pescara, Matera, Napoli, Roma, Salerno, Ancona, Perugia, Trani, Ascoli Piceno, Biella, Cagliari, Sassari, Iglesias, Taranto, Brindisi, Saluzzo, Brest (Bielorussia), Bruxelles (Belgio), Mokpo e Seoul (Corea del Sud) e realizza il connubio tra la grande esperienza orchestrale e quella didattica come docente nei Corsi di Formazione Orchestrali di Lanciano, Foggia, Pescara, L’Aquila e Bari. È spesso ospite come membro di commissione in Concorsi Flautistici e Musicali, Nazionali e Internazionali.

Il virtuosismo e la concezione al tempo stesso ragionata ma profondamente emozionale della sua musicalità hanno spinto diversi compositori contemporanei a sceglierlo come primo esecutore e dedicatario dei propri brani. Oltre al già citato “Triplo Concerto degli oleandri” di Raffaele Gervasio, Paolo Lepore gli ha dedicato “Lecce” per flauto solo, Mario Scarangella la “Suite” per flauto e archi, Vito Castaldi una “Suite” per flauto, viola e chitarra, Claudio Campanelli il brano “Richiami” per flauto solo ed un “Concerto” per flauto e orchestra, infine Francesco Santucci “Habanera e Tango” per flauto e chitarra. Sue esecuzioni sono state trasmesse da RAI-Radiotre e ha registrato per Decca, Sony, Valdom, Rugginenti, Falaut, Sirynx, Radio Slovena producendo numerosi CD musicali. Amenduni è stato scelto, dapprima, dalla casa costruttrice di flauti Pearl, successivamente da Powell come ‘testimonial’ nel mondo per i loro strumenti. Antonio Amenduni ha affascinato il suo pubblico e la critica con l’eccellenza delle sue esecuzioni e l’eleganza della sua persona. Nel concludere uno dei suoi concerti, un padre francescano ha detto: “…questo giovane musicista ci ha regalato dei momenti di grande musica, dolci e allo stesso tempo ricchi di virtuosismo, ma di un virtuosismo elegante e ragionato, perché non fine a se stesso…”.

Le grandi doti organizzative e le notevoli competenze artistiche lo portano a ricoprire incarichi di responsabilità. Dal 1995 al 1998 è Direttore Artistico del Concorso Nazionale “Città di Ruvo di Puglia”, dal 1999 al 2002 è consulente artistico, nella stessa città, per le programmazioni delle attività musicali dell’Assessorato alla Cultura e Beni Culturali e dal 2003 al 2005 ha fatto parte del Comitato Artistico del Concorso Flautistico Internazionale “Domenico Cimarosa” di Aversa. Dopo aver lavorato diversi anni come Segretario Artistico alla Direzione del Prof. Walter Tortoreto a Lanciano (CH), per l’Associazione Amici della Musica “Fedele Fenaroli”, nel 2006 ne diviene Direttore di Produzione Musicale. Nel 2007 è Direttore Artistico dei Corsi di Perfezionamento Orchestrale presso l’”Accademia Musicale Pescarese-Orchestra Sinfonica di Pescara” e successivamente assume lo stesso incarico dell’ ”Orchestra Internazionale Giovanile”. Dal 2008 è Direttore Artistico dell’”Associazione Abruzzese Amici della Musica” e dal 2009 è direttore organizzativo del China Tour dell’Italian Philharmonic Orchestra. Ricopre anche il ruolo di consulente musicale del Maggio Ginosino e Direttore Artistico degli Incontri Musicali di Sant’Antioco.

Dedica tutta la sua vita e le sue capacità alla musica, con sincera passione. A testimonianza di ciò, nel 2005 gli viene conferita un’ambita e prestigiosa riconoscenza, per la persona e la carriera: la citazione nell’aggiornamento DEUMM dell’enciclopedia UTET, dove viene riportata la sua biografia e considerato il lavoro profuso negli ambienti musicali italiani.